Premesso che portare giovani e giovanissimi allo sport è una missione, un dovere e – per me – una passione e un divertimento, e che vedere un campo pieno di piccolini è una gioia pura e quasi infantile…
“Pronto, posso portare mio figlio di 6 anni a fare una prova di baseball?”
“Sì, quando vuole! Non ci sono periodi di prova, l’attività è aperta e gratuita. All’inizio può partecipare informalmente, se torna regolarmente e si diverte lo tesseriamo, comunque gratuitamente, ma fin dall’inizio è immerso nell’attività”.
“Ah, bene! Eh, adesso devo vedere, perché ho già pagato calcio, ma non gli piace, è andato anche a basket e a rugby ma poi non gli piaceva, adesso strepita che vuole a tutti i costi fare baseball, e noi tendiamo a assecondarlo…”
“[Ah, be’, se strepita…] Ma… ha mollato tre sport in un anno?”
“Sì, noi assecondiamo… lui decide…”
“Ma lui ha sei anni, siete voi i genitori, siete adulti…”
“Eh, ma noi assecondiamo…”
Asseconda quanto ti pare, ma per piacere portalo da un’altra parte.
Si “asseconda” un desiderio, un talento, una passione, un bisogno. Al limite un capriccio infantile. Ma non “assecondi” il disorientamento. E’ mestiere tuo orientare.
[Assicurazione e tesseramento 10 euro, guanto 25 euro, maglietta e cappellino 10 euro, visita medica 30 euro. Quanto tocca a qualcun altro battere, si mette in disparte con un pari grado e gli spiega “io in realtà faccio calcio…” mentre il papà angosciato fuori dalla rete chiede al piccolo tiranno incontentabile: “ti piace? eh? questo ti piace? sei contento qua? eh? cosa vuoi? Mi approvi? Ti va bene?”…]
E’ una mattina così.
Cari docenti della Scuola dello Sport: talvolta anche il vaffa fa parte degli strumenti di reclutamento.
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